Per chi si occupa di trasporti ci sono scadenze che portano a guardare il calendario con una certa preoccupazione. E se da quella dell'inizio dell'anno scolastico è trascorsa una settimana in una situazione ancora in definizione, le vere paure relative al calendario vengono dall'anno prossimo. «Stiamo
andando verso un'annata, anzi, un intero periodo, in cui la viabilità di Bergamo sarà ribaltata come un calzino e bisogna trovarsi preparati», dice Marcello Marino, da poche settimane direttore dell'Agenzia del trasporto pubblico locale.
Perché, oltre ai cantieri attuali che già stanno complicando le cose a chi viaggia su strada, se ne annunciano molti altri, uno più ingombrante dell'altro e che rischiano di sovrapporsi. A partire dal raddoppio della ferrovia Bergamo-Ponte San Pietro, i cui lavori inizieranno a gennaio 2024 e che fermeranno tutti i treni su quella tratta per tre anni. «E quindi con gli utenti di quella linea che,
almeno su quel punto, dovranno utilizzare gli autobus del trasporto pubblico o le auto - ricorda Marino -. Poi ci sarà Porta Sud, che obbligherà a spostare i percorsi degli autobus, le fermate e i capolinea. Altri grandi cantieri, che causeranno problemi al traffico, saranno quelli della Brt sulla statale da Bergamo verso Osio Sotto, e della Tramvia verso Villa d'Almè, e poi ci sarà anche il treno per Orio». I cantieri sulle strade e l'aumento delle code coinvolgeranno ovviamente gli autobus, e i maggiori tempi di concorrenza rischiano di causare danni a cascata su tutto il servizio. Basterebbe vedere come il solo prolungamento di due mesi del cantiere sul ponte di Canonica con il divieto al traffico pesante, costringerà la Sai di Treviglio a percorrere 5 mila chilometri in più per passare da Cassano o Capriate. O il fatto che il prolungamento della chiusura del ponte di Gorle, fino alla riapertura di ieri, ha costretto Atb ad andare oltre il 100% di utilizzo del personale, per le navette alle estremità del ponte e la deviazione della linea 5.
Per questo Marino lancia un allarme: «Ovviamente non sono progetti sui quali l'Agenzia del trasporto pubblico abbia una responsabilità diretta - premette il direttore -, ma chiedo già da ora che si pensi a un coordinamento tra questi cantieri. Cercheremo cioè di intervenire per portare idee e suggerimenti e fare in modo che questi cantieri vengano organizzati e programmati in modo coordinato, in modo da cercare di limitare il più possibile le ripercussioni sul traffico».
Un altro problema che sta impegnando Marino è un guaio che le aziende di trasporto si stanno ormai trascinando da tempo, con conseguenze sempre più gravi: la carenza degli autisti. Ce n'è un migliaio attivo in tutta la provincia ma ne manca almeno un altro centinaio. La Arriva cerca una settantina di autisti e nel frattempo ricorre ai subaffidi, la Locatelli undici, la Sai parla di cinque-sei. Atb e Teb hanno in corso un bando che i concorrenti guardano con preoccupazione perché temono che finirà col portare loro via altro personale. Alcune società hanno organizzato corsi di formazione interni con tanto di pagamento della patente, ma non basta. Senza contare che spesso gli autisti formati da un'azienda, una volta trascorso il periodo di vincolo previsto dal contratto, se ne vanno verso posti più comodi. C'è infatti sempre meno gente che vuole guidare un autobus, che vuole trascorrere la giornata fuori casa attraversando tutta la provincia o anche solo imbarcarsi nell'iter per la patente per la quale servono 6 mila euro e otto-nove mesi.
«Ho affrontato il problema nei giorni scorsi con le aziende di trasporti e presto ne discuterò anche con i sindacati - spiega il direttore dell'Agenzia del Tpl -. Mi hanno descritto una situazione in cui ci sono problemi sopratutto per trovare chi voglia lavorare nelle linee extraurbane, che sono quelle che causano i maggiori disagi, e anche di molti casi in cui il personale arriva e se ne va dopo pochi mesi. Questa situazione rischia di avere conseguenze sul servizio scolastico: per ora c'è ancora l'0rario provvisorio, ma quando ci sarà quello definitivo con uscite scaglionate, si rischia di non avere abbastanza personale e magari di dover tagliare le corse altrove. Questo non è un problema che riguarda solo la provincia di Bergamo ma anche altre, tanto che la campagna acquisti degli autisti si fa anche da una provincia all'altra. Per questo bisogna trovare un modo per intervenire a un livello che coinvolga tutta la Lombardia».
“Articolo comparso su Corriere della Sera (ed. Bergamo) in data 21 settembre 2023 del giornalista Fabio Paravisi“