Incrementi anche a Napoli, Foggia e in altre città. Ma nel Lazio la nuova giunta regionale ha bocciato il ritocco già approvato
(pwi) Non è sicuro, ma è quasi certo. Sembra un ossimoro la decisione della Regione di dare il via libera a nuovi aumenti dei prezzi del trasporto pubblico, leggasi treni e bus, dal prossimo primo settembre.
«Atto dovuto, lo dice il regolamento, adeguamento all'inflazione», recita la delibera di giunta. In estrema sintesi, se secondo l'Istat il costo della vita nell'ultimo anno è cresciuto del 7,93 per cento, quello dei trasporti sarà più contenuto. Magnanimi.
Gli aumenti dei treni Nello specifico, fra un mesetto e mezzo le tariffe dei treni sono destinate a crescere del 4,01 per cento in quasi tutta la Lombardia, Bergamasca compresa. Per fare un esempio, i biglietti ordinari fra i cinquanta e sessanta chilometri (per capirci, quelli da Bergamo a Milano, i più utilizzati
dai pendolari) dovrebbero passare da 5 euro e ottanta a 6 euro (20 centesimi in più dell'anno scorso e 40 rispetto al 2021). Gli abbonamenti settimanali dovrebbero aumentare di un euro, passando da 26,50 a 27,50. Quelli mensili di 4 euro, da 93, a 97.
Mentre gli annuali dovrebbero crescere di 35 euro, passando da 892 a 927 euro. Adeguamenti di cui, vista la qualità del servizio, i pendolari sentivano certamente il bisogno. Saliranno, probabilmente, anche i biglietti "Io viaggio ovunque" che consentono spostamenti col treno e con i bus. La tariffa provinciale dovrebbe crescere di 4 euro. Quella regionale giornaliera di un euro. Quella settimanale di 2 euro e mezzo. Quella mensile di 6 euro. E quella annuale di 41 euro. E quelli degli autobus Lo "slancio di generosità" si tradurrà probabilmente in un aumento delle tariffe anche del trasporto su gomma.
Ancora non si conosce l'importo. Questione di giorni. Toccherà all'Agenzia di trasporto pubblico locale dare indicazioni sui bus in Bergamasca. Bella gatta da pelare per il nuovo direttore Marcello Marino, manager che entrerà in servizio a settembre. Il presidente Angela Ceresoli ha anticipato alla stampa che ci sarà un «piccolo ritocco». L'orientamento, ha spiegato, è quello di toccare il meno possibile gli abbonamenti, per evitare di pesare su famiglie con studenti. Fatti i conti, anche Atb si adeguerà. La decisione definitiva arriverà nelle prossime settimane. Massimo aumento possibile 4,81 per cento. Fosse confermato in toto, il prezzo del biglietto singolo dei bus in città potrebbe salire da 1,50 a 1,60 euro.
Secondo il presidente di Atb, Enrico Felli, l'aumento è necessario, causa incremento dei prezzi dei carburanti e costi del personale. «O aumentano i fondi dalla Regione o aumentano i costi dei biglietti», ha detto lapidario. Sarà, ma di destra o di mancina, paga comunque Pantalone. La soluzione, secondo Felli, potrebbe essere differenziare i prezzi fra turisti e chi usa il bus per andare a lavorare. Lo fanno già a Venezia, dove i traghetti per i residenti costano meno. Ma che sia sufficiente a coprire i costi a Bergamo
è tutto da vedere. L'ultimo bilancio Atb Mobilità racconta di una società per azioni uscita con un risultato positivo di 29.099 euro al 31 dicembre 2022, in recupero dopo gli 1,7 milioni in rosso dell'anno precedente. A incidere sul risultato, l'incremento dei ricavi, in particolare della sosta. E la vendita di Tbso a Autoservizi Locatelli, per 2,8 milioni di euro. Ma è il fronte dei costi che piange.
Cresciuto di 1,1 milioni di euro causa inflazione, crisi energetica e prezzi dei carburanti, dicono da Atb. Eppure, in Italia, l'inflazione sembra non essere uguale per tutti. Chi paga l'inflazione A Roma e nel Lazio, per esempio, i prezzi dei servizi di trasporto pubblico non aumenteranno. Era previsto che dal 1 agosto passassero da 1.50 a 2 euro, ma la nuova giunta regionale ha detto no. Restano dunque invariati i biglietti Atac per bus e metro, così come per l'intero sistema Metrebus del Lazio Cotral. A Napoli i biglietti sono cresciuti di 20 centesimi a inizio anno. Lo stesso a Ferrara, con la corsa semplice a 1,50 euro. Come peraltro a Parma. Mentre a Foggia il biglietto semplice, pur cresciuto, costa 1 euro.
Ma il servizio?
E poi c'è la questione che preme di più agli utenti: il servizio. La settimana scorsa l'assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente, di Fratelli d'Italia, ha scritto una lettera dai toni perentori a Trenord. L'attuale situazione «non è più sostenibile: ritardi, soppressioni e cancellazioni di treni già pronti a partire stanno crescendo di giorno in giorno». La Regione con grande sforzo economico - ha sottolineato -, ha acquistato 222 nuovi treni. Ma «è evidente che il rapporto di fiducia debba essere connotato da una reciproca soddisfazione, legata ai risultati ottenuti». Tradotto, se i risultati non arrivano, i vertici di Trenord (scelti dalla Lega) vanno cambiati. Per il servizio ferroviario la Regione pagherà a Trenord 542 milioni di euro nei prossimi dieci anni. Una novantina in più del contratto precedente. La riorganizzazione prevede, peraltro, possibili incrementi delle tariffe. Intanto si parte con gli aumenti di settembre. Che hanno fatto gridare, una volta di più, allo scandalo. «Con questo aumento la giunta Fontana offende i pendolari - dice il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella- e mostra chiaramente il suo disinteresse per il trasporto pubblico. In due anni biglietti e abbonamenti sono aumentati dell'8 per cento senza che ci sia stato alcun miglioramento del servizio.
Anzi, i disagi dei pendolari sono addirittura aumentati viste le 160 linee a bonus del 2022 e l'aumento spropositato delle penali dovute da Trenord per i disservizi. E questo è solo un assaggio. È sbagliato aumentare le tariffe, soprattutto pensando alle difficoltà delle famiglie già vessate dalla corsa all'inflazione». Difficile dargli torto.
“Articolo comparso su Prima Bergamo in data 14 luglio 2023 del giornalista Wainer Preda“