All’inizio di ottobre una delle aziende che gestiscono i servizi di TPL nella provincia, Gruppo Locatelli, ha segnalato uno spiacevole episodio: ignoti avevano danneggiato i sedili di un autobus, avevano imbrattato una pensilina con graffiti e scritte offensive ed avevano disseminato rifiuti in prossimità di una fermata.
Si tratta di episodi isolati ma estremamente spiacevoli, soprattutto quando si consideri il valore pubblico dei mezzi del trasporto collettivo: da un lato, questi sono acquistati e gestiti attraverso soldi pubblici, ossia della cittadinanza; per altro verso, i mezzi del trasporto collettivo sono pezzi dell’ambiente pubblico, condiviso e condivisibile da tutti/e.
Quando tali episodi assumono il valore e la forma di un reato, spetta naturalmente all’Autorità Giudiziaria ed alla Pubblica Sicurezza occuparsene. Ma prima ed oltre a ciò, deve esserci il senso di responsabilità, a partire dagli/dalle utenti del trasporto pubblico che devono mostrare la propria partecipazione nei confronti di un bene che è pubblico proprio perché è di tutti/e e non solo di qualcuno.
Anche per sollecitare e favorire la partecipazione dell’utenza, l’Agenzia per il TPL di Bergamo ha lanciato nella scorsa primavera il progetto Marta: nato da un episodio di violenza di genere consumato su un mezzo pubblico e denunciato da una coraggiosa ragazza di Bergamo – Marta, appunto – il progetto si è esteso a tutte le situazioni di violenza e disagio che possono viversi nei luoghi e nei mezzi del trasporto pubblico.
L’obiettivo ultimo del progetto non è, ovviamente, sostituirsi alle pur necessarie azioni dell’Autorità di Pubblica Sicurezza ma, piuttosto, valorizzare la partecipazione e la sensibilità di cittadini e cittadine verso questi episodi: l’auspicio è che, attraverso il progetto, si riesca a prevenire ed evitare che tali episodi accadono.