Lo scorso 28 settembre 2024 si è tenuta a Bergamo, presso la Sala del Consiglio del Palazzo della Provincia, la conferenza dedicata al Primo Rapporto sulla Mobilità nel bacino di Bergamo, una presentazione dell’indagine sulla mobilità dei bergamaschi e delle bergamasche. L’evento ha visto la partecipazione di esperti/e e rappresentanti del settore della mobilità locale e delle Province lombarde di Milano, Brescia, Lodi, Monza-Brianza e Pavia. A introdurre gli interlocutori sono stati la presidente di Agenzia TPL Bergamo Angela Ceresoli e il direttore Marcello Marino, con un primo intervento dell’Assessore alla Mobilità del Comune di Bergamo Marco Berlanda.
L’indagine, commissionata dall’Agenzia al centro di ricerca ISFORT, è stata illustrata dal direttore Carlo Carminucci e ha offerto una panoramica sullo stato attuale della mobilità bergamasca.
In particolare è stata analizzata la domanda di TPL da parte dell’utenza nei quattro bacini sub-provinciali. Nello studio sono valutati gli indicatori sui volumi della domanda, sulle caratteristiche degli spostamenti e sui mezzi di trasporto utilizzati. Il direttore si è soffermato sul cambiamento dell’uso dei mezzi pubblici nell’arco degli ultimi quattro anni, ovvero nel periodo post-covid, ma anche sui cambiamenti più in generale dell’uso di bici/micro-mobilità, auto e moto. Non sono mancate valutazioni sul livello di soddisfazione dell’utenza. L’intervento si è concluso con spunti per possibili azioni di miglioramento dei servizi.
La seconda parte della conferenza ha visto commentare l’indagine dai tre ospiti della giornata Matteo Colleoni, Professore dell’Università di Milano Bicocca, Patrizia Malgieri, supervisore della mobilità urbana di TRT Trasporti e Territorio, e Luca Tosi, direttore dell’agenzia TPL di Milano, Lodi, Monza-Brianza e Pavia.
Tra gli altri uno spunto interessante è emerso dalla riflessione di Matteo Colleoni sul ruolo e l’importanza che possono avere, in contesti come quello bergamasco, le politiche di mobility management: uno dei dati più significativi emersi dall’indagine, infatti, è stato la ridotta attrattività del trasporto pubblico nei confronti del segmento di domanda costituito da coloro che si spostano per lavoro. Su tale segmento occorrerà in futuro agire e senz’altro l’attuazione di programmi di mobility management, anche estesi al di là dei confini cittadini, può contribuire a migliorare i risultati in tal senso. A margine dell’intervento di Colleoni è stato ricordato che da pochi mesi al direttore dell’Agenzia è stato affidato dal Comune di Bergamo il ruolo di “mobility manager d’area”, ossia il coordinatore dei mobility manager aziendali: ciò potrà, nei prossimi mesi, contribuire ad evidenziare importanti sinergie tra funzioni dell’Agenzia e politiche di mobility management.
Patrizia Malgieri si è invece soffermata su altri aspetti emersi dall’indagine: da un lato, la forte distinzione di comportamenti e tendenze tra l’area urbana del capoluogo e le aree più periferiche del bacino. In queste seconde il ricorso all’auto privata è più consistente e ciò costituisce al tempo stesso causa e conseguenza della dimensione e dell’estensione dell’offerta di trasporto collettivo. Un altro aspetto che l’indagine ha messo in luce è la distinzione di comportamenti secondo il genere: il tema è naturalmente complesso e riporta non solo all’ambito della mobilità ma al complesso di condizioni sociali ed economiche che caratterizzano il tessuto del bacino. È certo, comunque, che la componente femminile della popolazione mobile meriti un’attenzione specifica e in questo senso è stato annunciato che il prossimo anno l’indagine prevederà un focus specifico proprio sulla “mobilità di genere”.
Un punto chiave dell’intervento di Luca Tosi è stato l'invito a organizzare i servizi in base alla domanda effettiva, abbandonando l’idea di basarsi solo su medie statistiche, che non riflettono la complessità e la varietà dei territori. Indagini come quella realizzata dall’Agenzia con il contributo di Isfort sono senz’altro cruciali ai fini di una migliore conoscenza – quantitativa ma anche qualitativa e comportamentale – della domanda di mobilità: e una migliore conoscenza della domanda è il presupposto irrinunciabile dell’attività di pianificazione dell’offerta di trasporto pubblico. Naturalmente, poi, per poter agire sull’offerta occorre inevitabilmente agire sulle risorse e questo, ad oggi, rappresenta un punto di debolezza del sistema non tanto e non soltanto nella regione ma in tutto il Paese.
Infine, il direttore Marcello Marino ha sottolineato l’importanza di costruire una solida infrastruttura informativa per favorire lo sviluppo di soluzioni condivise e innovative nel settore della mobilità, con le agenzie che giocano un ruolo fondamentale nel fornire dati imparziali e utili per una pianificazione funzionale.
In conclusione, per migliorare la qualità della mobilità e soddisfare le esigenze dei cittadini il percorso da seguire è complesso ma ricco di opportunità e rappresenta una sfida comune a tutti gli attori della mobilità.